TEE HIGGINS
DALLO SPARO in faccia ALla madre A STELLA DI Cincinnati
Tee Higgins, wide receiver dei Cincinnati Bengals, ha mani da artista e gambe da sprinter. Ma la sua storia non parla solo di touchdowns e highlights: parla di sangue, paura e di un’infanzia che non dovrebbe mai appartenere a un bambino.
LO SPARO CHE CAMBIA TUTTO
2005, Tee ha sei anni. Un uomo bussa alla porta a casa di sua madre, Lady Stewart: è il suo spacciatore. Una discussione, un attimo di follia. 2 colpi di pistola. La madre di Tee viene colpita alla testa davanti ai suoi occhi. Cade, il sangue dappertutto. Tee resta immobile, incapace di capire se la madre sia viva o morta. Sopravvive per miracolo, ma la vita del piccolo Tee si spezza in quel momento.
Più tardi, Higgins ricorderà:
«Avevo sei anni quando mia madre venne colpita alla testa. Non sapevo se ce l’avrebbe fatta. Ogni giorno dopo, per anni, ho avuto paura di perderla di nuovo. È stato il trauma che mi ha cambiato per sempre».
CRESCERE TRA ASSENZE E FUGHE
Dopo lo sparo, la famiglia sprofonda. La madre lotta contro la dipendenza, tra ricoveri e ricadute. Tee passa periodi dalla nonna, poi da alcuni parenti, cambiando casa di continuo. Le sue zie si prendono cura di lui per evitare che i servizi sociali lo strappassero alla famiglia. Il padre? Assente, sparisce. Tee cresce in una costante incertezza, con la paura che la madre non torni a casa, persa nei suoi vizi.
IL FOOTBALL COME ANCORA
Come spesso accade, il football arriva come un linguaggio universale. Tee trova nel campo l’unico spazio dove nessuno gli chiede della madre, della pistola, del sangue. Diventa rifugio, diventa identità.
Higgins al liceo di Oak Ridge, Tennessee, era già una stella assoluta. Considerato un 5-star recruit, era tra i prospetti più corteggiati d’America. Clemson University non ci ha pensato due volte: gli ha offerto una borsa di studio completa. Questa borsa copriva:
la retta universitaria (oltre 50.000 dollari l’anno),
vitto e alloggio nel campus,
assistenza sanitaria,
accesso alle strutture sportive d’élite,
supporto accademico.
Per un ragazzo che non avrebbe mai potuto permetterselo, quella borsa non era un premio: era la porta di accesso ad un mondo altrimenti irraggiungibile. A Clemson Tee non ha solo affinato il suo talento, ha trovato per la prima volta un tetto sicuro, pasti regolari e stabilità.
CLEMSON E LA REDENZIONE
A Clemson, Higgins non è solo un ricevitore spettacolare: è un ragazzo che finalmente trova stabilità. Lì si costruisce, cresce, matura. Vince un titolo nazionale nel 2018, segnando anche un touchdown nella finale. Ogni ricezione è un pezzo di riscatto. Dopo la sua terza stagione, in cui ricevette 1.167 yard e 13 touchdown, venendo inserito nella formazione ideale della Atlantic Coast Conference, Higgins annunciò la sua intenzione di passare tra i professionisti nel 2019.
DRAFT E BENGALS
Nel 2020 NFL Draft, Cincinnati lo sceglie al secondo round (33esimo assoluto). Non ha l’aura da superstar, ma in campo dimostra di avere testa dura, cuore grande e mani da campione. La sua stagione da rookie si chiude con 67 ricezioni per 908 yard e 6 touchdown, disputando tutte le 16 partite. Nella 16esima week della regular season ricevette da J.Burrow 131 yard e 3 touchdown, incluso quello della vittoria sui Denver Broncos nei tempi supplementari. Fu il primo touchdown vincente nei supplementari nella storia della franchigia dí Cincinnati. Accanto a Joe Burrow e Ja’Marr Chase diventa parte del trio che fa sognare i Bengals.
IL RAPPORTO CON LA MADRE
Lady Stewart sopravvive, si rialza, lotta per uscire dal tunnel della droga. Tee non la rinnega mai. Anzi, la porta con sé: “Mia madre è la mia più grande fonte di ispirazione. Se è viva oggi, io non posso mollare per nessun motivo”. Oggi Lady è spesso sugli spalti, con un sorriso che nasconde cicatrici che non spariranno mai.
QUESTA STORIA CONTA
Il football non ha solo dato a Tee Higgins soldi e fama. Gli ha dato la possibilità di riscrivere il finale di una storia iniziata con un colpo di pistola alla testa di sua madre. Non c’è romanticismo in questo: c’è solo la crudezza della realtà e la forza di un ragazzo che ha scelto di non essere come sua madre.