INDIANAPOLIS COLTS
L’INIZIO CHE NESSUNO SI ASPETTAVA
FINALMENTE COLTS
Il Lucas Oil Stadium è una cattedrale che ha visto di tutto: emozioni, speranze, delusioni. Ma sabato 14 settembre 2025, mentre il kicker Spencer Shrader calciava quel calcio da 45 yard sotto il tramonto che significava vittoria contro i Broncos, qualcosa è cambiato davvero. Non era solo una partita vinta all’ultimo secondo: era la prova tangibile che i Colts non sono più il cantiere in cui molti li davano per spacciati dopo i disastri degli anni recenti. È iniziata così una storia nuova. I Colts sono 2-0: prima volta che partono con 2 vittorie stagionali dall’ultimo decennio. E non sono state vittorie qualunque: una demolizione (33-8 contro i Dolphins) + un finale da thriller contro una difesa agguerrita (Denver). In mezzo, un quarterback che sta gestendo la pressione, una difesa che cresce, un coaching staff che sembra aver calibrato l’equilibrio. Qui sotto l’analisi: cosa va, cosa dovranno affrontare, e perché questo inizio potrebbe davvero contare.
IL PASSATO CHE PESA
Per capire il presente, bisogna guardare il passato recente. Dal 2013 in poi i Colts hanno perso una cosa preziosa: abitudine alla vittoria, continuità, identità dopo Peyton Manning e Andrew Luck. Stagioni scomposte, quarterback incerti, infortuni. La franchigia ha alternato investimenti importanti a passi falsi, speranze su Richardson che finivano troppo presto, promesse non mantenute. Shane Steichen è al suo terzo anno come head coach, Chris Ballard resta GM, e la pressione è diventata quasi palpabile: tornare ai playoff, riprendere l’AFC South, non restare nel limbo. Il 2024 è finito 8-9: non un disastro, ma nemmeno un salto. Ora l’inizio 2-0 è qualcosa in più di un semplice buon segno: è una base su cui costruire.
DANIEL JONES BREAKOUT
Quando i Colts hanno scelto Daniel Jones come QB titolare (superando Anthony Richardson), molti hanno storto il naso. Ma Jones, ormai veterano, aveva già dimostrato in passato (anche coi Giants) che il suo problema non era l’intelligenza del gioco, ma la costanza, gli infortuni, il supporto intorno a lui. Dati dopo i primi 2 giochi del 2025: Passaggi completati / tentati: 45 / 63 → 71,4% di completamenti; Passing Yards totali: 588 in 2 partite — secondo miglior totale della lega finora; Touchdown passaggi 2, intercetti 0; Aggiunge 3 TD su corsa in queste 2 partite. Questo è il Daniel Jones che molti speravano di vedere. Sta mostrando letture rapide, poche forzature, zero turnover. È un QB che non incanta con le luci spettacolari, ma che non sbaglia i fondamentali. Le prime due partite: non solo numeri, ma segnali
Settimana 1 vs Dolphins
Vittoria netta: 33-8.
Colts segnano su tutti e 7 i possessi offensivi che partono quando hanno il possesso, un fatto rarissimo nella NFL contemporanea.
Jones debutta in Indianapolis con 22/29 per 272 yard + 1 pass TD + 2 rush TD.
Difesa dominante: 3 turnover forzati, pressione su QB avversario, Miami praticamente imbavagliata.
Settimana 2 vs Broncos
Sfida tirata: vinta 29-28 con FG finale di Shrader da 45 yard su un secondo tentativo (ma solo dopo una penalità di leverage che ha concesso la chance di rifare il calcio da 60 yards).
Jones: 23/34 per 316 yard, 1 pass TD e 1 TD su corsa, nessun INT.
Jonathan Taylor esplode: 165 yard su corsa (media potente), più 50 yard ricevute e un touchdown. Strappa difese, apre spazi.
Momenti clou: la gestione finale del drive, la freddezza sotto pressione, Shrader che non si scompone. Difesa dei Colts che concedeva, ma teneva nei momenti decisivi.
SHANE STEICHEN: LA MENTALITA’ CHE CAMBIA
Steichen non è solo colui che chiama le giocate: è quello che ha cucito attorno a D.Jones un attacco che minimizza i rischi, enfatizza il bilanciamento, sfrutta i punti di forza (Taylor, ricevitori, gioco corto & misdirection). La filosofia: “Throw to score points, run to win” passaggi efficaci, ma corse solide quando serve, playcalling che protegge il QB, che non lo espone troppo, che usa schemi che abbassano la pressione. Coaching difensivo (coordinatore Lou Anarumo) che ha messo in piedi strutture aggressive, turnover forzati, situazioni di pressione nei momenti giusti. Jonathan Taylor è tornato ad essere un elemento da “game-changer”: ogni corsa importante, ogni evidenza che quando il gioco pesa, lui è quello che rompe il fronte difensivo. Special teams: Shrader già sta guadagnando credito, con il FG decisivo contro i Broncos e performance solide. Negli ultimi anni i Colts avevano avuto problemi proprio nei finali di partita o in situazioni di pressione; questa volta la calma nelle ultime serie parla forte.
Numeri avanzati che confermano: non è solo fortuna
Jones ha un rating passer sopra i 110 in ambedue le partite; zero intercetti → differenziale turnover positivo.
Yards per tentativo passante: ~9.3 → un numero molto alto, indica che i passaggi non sono cortissimi, che l’attacco ha verticalità e fiducia.
Completamento >70% → efficienza.
IL PESO DEL PASSATO
Colts che partono 2-0 significa qualcosa di più che una piccola bolla di fiducia, significa interrompere cicli di inizio stagione deboli, è dare speranza concreta a tifosi che avevano visto poco negli ultimi anni. Non vincevano l’apertura dal 2013. Non partivano 2-0 dal 2009. Con la morte di Jim Irsay nel maggio 2025, la franchigia ha vissuto un passaggio generazionale, con le sue tre figlie ora proprietarie. Non è solo un cambiamento sul piano personale, ma simbolico: un Team che cerca stabilità. Naturalmente, niente è garantito e dovranno affrontare queste difficoltà nell’immediato:
1. Calendario: le prime 2 gare erano abbordabili. Ora arriva il difficile: partite su strada, contro avversari più attrezzati, difese più rognose.
2. Infortuni: Jonathan Taylor, sebbene al top per ora, non è immune. Qualsiasi problema fisico può sbilanciare molto l’equilibrio offensivo.
3. Profondità del QB: se Jones ha un calo, Richardson resta sullo sfondo, ma il salto di qualità dipenderà da quanto il corpo QB (e staff) riuscirà a proteggere il quarterback.
4. Difesa costante: contro avversari più esplosivi la difesa verrà messa alla prova; finora ha funzionato nei momenti chiave, ma la regolarità sarà la sfida.
5. Consistenza mentale: nei finali stretti, nelle situazioni di pressione, nei momenti controversi (come la penalità che ha permettesso a Shrader di rifare il FG) serve carattere.
Obiettivi: Vincere la division (AFC South) è ora un obiettivo concreto. Jaguars, Titans, Texans non sembrano dominanti allo stesso livello. D.Jones potrebbe diventare uno dei candidati per premi individuali a fine stagione ma la vera misura sarà la stabilità: poche interruzioni, poche magagne, far sembrare routine ciò che finora è sembrato un miracolo.
CONCLUSIONE
Quando la stagione 2025 iniziò, pochi avrebbero fissato il calendario dei Colts come uno da “squadra da playoff”. Le aspettative erano moderate, il passato pesante. Eppure, adesso, mentre le luci si abbassano su quel FG vincente di Shrader, si vede qualcosa che voleva solo emergere: il segno di una trasformazione. Daniel Jones non è perfetto, ma è l’uomo giusto al momento giusto. Shane Steichen non è un genio indiscusso, ma ha costruito un’offensiva che apprende, che sa quando attaccare e quando proteggere. E Taylor? È il motore, la garanzia che quando le situazioni si fanno dure, c’è qualcuno che può spezzare la linea. I Colts non sono campioni (ancora), e il cammino è lungo. Ma questo inizio non è un accidente. È una dichiarazione: “Siamo tornati”. E non come spettatori. Come concorrenti.