BALTIMORE RAVENS
Dominanti, spettacolari… ma ancora incompiuti
UN COPIONE CHE CONOSCIAMO BENE
Ogni agosto, la stessa storia: i Baltimore Ravens entrano nella stagione con l’etichetta di contender. Lamar Jackson viene messo nella lista ristretta dei candidati MVP, i Power Rankings li piazzano costantemente tra le prime 5, e la loro difesa fa paura solo a leggere i nomi. Eppure, dal 2012 — anno dell’ultimo Vince Lombardi — i Ravens non hanno più trovato la strada del Super Bowl. Ogni stagione finisce con lo stesso ritornello: entusiasmo da settembre a dicembre, caduta rovinosa a gennaio. E questo è il punto: i Ravens non mancano di talento, ma mancano di equilibrio.
LAMAR JACKSON: DEFINIZIONE DI MVP
Partiamo da lui, perché Lamar Jackson non è solo un quarterback: è l’identità stessa dei Ravens.
Nel 2024 ha chiuso con:
4.200 yard lanciate, 33 TD, 9 intercetti (passer rating 103.1).
870 yard corse e 7 TD con le gambe.
EPA (Expected Points Added) da TOP 3 NFL, al pari di Mahomes e Josh Allen.
Cosa lo rende “élite”? Il fatto che non è solo spettacolare: è produttivo. Converte drive in punti, tiene l’attacco in campo, ribalta terzi down impossibili. Se togli Lamar da questo roster, i Ravens passano da contender a squadra da 7–8 vittorie. Questo è il peso specifico di un fuoriclasse.
NO JACKSON NO PARTY
Il problema è che Lamar deve fare quasi tutto da solo.
Zay Flowers, 858 yards con 6 TD al rookie year e 1059 yards e 4 TD nel 2024 ha mostrato lampi di grandezza, ma non è ancora un Jefferson oppure Chase. Questi ricevitori obbligano i raddoppi, aprono gli spazi, e spesso vincono la partita da soli. Flowers non è ancora a quel livello.
Mark Andrews è tra i 3 migliori TE NFL, ma ha saltato troppe partite negli ultimi anni. Con lui al 100% l’attacco gira, senza di lui diventa prevedibile.
Rashod Bateman, 756 yards e 9 TD nel 2024 potrebbe essere la stella del futuro, per ora rimane un buon WR slot ma ancora non decisivo nei momenti importanti e con un infortunio che lo ha limitato per tutta la preseason.
Terzi down offensivi 2024: 44,6% di conversione (6ª in NFL). Un dato ottimo, ma frutto più delle invenzioni di Lamar che di una struttura offensiva capace di reggere senza di lui.
DIFESA: DA MIKE MACDONALD A ZACH ORR
Il cambio più importante del 2024 è stato sulla sideline. Dopo l’addio di Mike Macdonald, passato a fare l’head coach dei Seahawks, i Ravens hanno promosso Zachary Orr a Defensive Coordinator. Ex linebacker di Baltimore (2014–2016), inside linebackers coach nel 2022–23, una parentesi come OLB coach ai Jaguars (2021), questo il suo curriculum.
Mister Zach Orr non ha stravolto nulla: ha mantenuto gli schemi aggressivi di Macdonald, aggiungendo qualche variazione personale con un uso creativo delle safety, sopratutto Kyle Hamilton trasformato in un “pezzo di scacchi” che gioca ovunque: safety, linebacker. Questa stagione vedremo anche fronti multipli per generare pressione da posizioni inaspettate e rotazioni intelligenti che massimizzano Madubuike (13 sack) e Van Noy.
NUMERI DIFENSIVI 2024 (REGULAR SEASON)
7ª per punti concessi (331)
6ª per yard totali
1ª contro le corse (80,1 yd/g)
2ª nei sack (54)
3ª nei QB hits (115)
4ª sui terzi down (34% concessi)
Red zone defense: 54% TD concessi (punto debole)
Una difesa forte, con playmaker veri (Smith, Hamilton, Madubuike), ma non leggendaria. Non è la difesa 2000 dei Ravens, né la Legion of Boom 2013. È una difesa da TOP 7, non da #1.
IL CONFRONTO CON PHILADELPHIA
E qui arriviamo al nodo. I Ravens fanno parlare di sé ogni anno, ma chi ha vinto il Super Bowl 2024? I Philadelphia Eagles.
Gli Eagles non avevano l’attacco più spettacolare (non erano i Lions, né i Ravens stessi), ma avevano sia la 2° difesa NFL (303 punti concessi) che un attacco solido, bilanciato, che convertiva terzi down e segnava nei momenti che contano.
Questa è la differenza: complementarità.
I Lions hanno fatto fuochi d’artificio ma con una difesa mediocre.
I Chiefs hanno avuto una difesa TOP 5 ma un attacco in crisi.
I Ravens hanno avuto l’attacco TOP 5 per yard ma difesa “solo” #7.
Solo gli Eagles hanno avuto il mix giusto: difesa TOP 5 + attacco capace di sostenere.
Risultato? Vince Lombardi a fine anno. Dire che gli Eagles non avessero un attacco complementare è ridicolo: hanno dimostrato l’opposto. Hanno fatto vedere che non serve essere #1 in tutto: basta essere forti dove conta e solidi dappertutto.
IL CONFRONTO CON LE LEGGENDE
La storia ci dice che la combinazione letale esiste:
1972 Dolphins (perfect season),
1985 Bears (198 punti concessi, difesa mostruosa),
2000 Ravens (165 punti concessi in 16 partite!),
2002 Buccaneers,
2013 Seahawks (231 punti concessi, 28 intercetti).
Tutte squadre con difese dominanti e attacchi almeno sopra la media.
Baltimore 2024: 331 punti concessi, 15 intercetti. Buona difesa, ottima pressione, ma niente a che vedere con quelle mura storiche.
IL PUNTO
E qui metto la mia. I Ravens sono una squadra bellissima da guardare. Hanno il QB più spettacolare della lega, hanno una difesa ricca di playmaker, hanno un coaching staff che conosce il football come pochi. Ma, e qui sta il punto, i Ravens non hanno l’equilibrio che porta al titolo. Ogni anno entrano da favoriti, ogni anno mancano di un WR1 dominante, ogni anno hanno difese forti ma non impenetrabili. Ai Playoff queste mancanze ti presentano il conto. Gli Eagles hanno vinto il Super Bowl 2024 perché hanno trovato la formula giusta: difesa TOP 5 e attacco funzionale. I Ravens hanno talento da vendere, ma finché non colmeranno questi due vuoti (WR1 e difesa top 5 “vera”), resteranno la squadra da 13–4 che tutti temono ad ottobre e tutti battono a gennaio.
I Ravens sono la Squadra della Settimana perché incarnano alla perfezione il dilemma NFL: potenza, talento e hype… ma senza quella complementarità che trasforma i contender in campioni.
Sono spettacolari, sì. Sono fortissimi, certo. Ma sono ancora incompiuti.
E mentre a Philadelphia si festeggia il titolo, a Baltimore si continua a parlare del “prossimo anno”. Il problema è che il prossimo anno, per i Ravens, è sempre lo stesso da ormai 12 anni.